Camminare a Parigi

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Maggio 2009

Certo che di viaggi a piedi ne ho fatti parecchi. Pensavo di essere in una forma fisica abbastanza buona da sostenere ritmi e distanze importanti, anche se chiaramente nella filosofia di viaggi a piedi nella natura non intendo né arrivare primo né battere nuovi record… comunque credevo di avere fisico. Credevo pure di sapere cosa significhi camminare! Ma ho fatto un’esperienza che mi ha fatto riflettere e voglio condividere questa riflessione.

Infatti c’è camminare e camminare.
Spostarsi nella natura, in montagna è un conto: infatti lasciare dietro a sé centinaia di metri di dislivello e chilometri di distanza quando si percorrono sentieri immersi nei boschi, nelle praterie e sulle creste di monti e montagne con i loro vasti panorami è un esercizio anche rilassante sia per il corpo sia per la mente. Credo proprio che in queste occasioni la mente viaggia anche più lontano permettendo di lasciare alle spalle il vivere quotidiano, il ritmo regolare e costante, che ci obblighiamo ad avere, permette anche di tonificare i muscoli e di esercitare la respirazione… alla sera si è stanchi ma felici di quanto fatto!

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Spostarsi in un città come Parigi invece è tutt’altra cosa, anche se in fondo in fondo… non si fanno grandi dislivelli, ma le distanze percorse sono notevoli e soprattutto non si notano. Non basta uno sguardo indietro per capire quanto abbiamo già camminato. E poi c’è il fondo. Il fondo sul quale si cammina è sempre duro e omogeneo, per fortuna le temperature non erano così estreme come in Ticino (sceglievamo il lato soleggiato della strada per fare i nostri percorsi), asfalto su asfalto. Inoltre non c’era momento per rilassarsi e lasciare viaggiare la mente, il traffico, i rumori della vita cittadina, la gente di corsa e i turisti con le loro incessanti fotografie…alla sera si è stanchi e comunque felici di quanto fatto!

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Camminare a Parigi quindi è il modo migliore per spostarsi, vedendo e vivendo l’atmosfera della città. Ogni tanto sceglievamo un modo alternativo per spostarci (la bicicletta: strepitoso il progetto pilota delle bici in città velib; il metrò e il bus) che ci permetteva di fare delle pause più o meno lunghe. Quando poi si decideva che il Quartiere Latino l’abbiamo percorso in lungo e in largo e che magari ora si poteva vedere un museo eravamo ben lungi dal sperare che sia un attività di tutto riposo. All’entrata del Louvre a stare in colonna – non esagerata: l’attesa era più corta che al Grévin – e poi avanti a macinare una sala dietro l’altra: dall’antico Egitto ai dipinti di grandi dimensioni dove l’attrazione massima consisteva nella nuova sala tutta dedicata alla mitica Mona Lisa. Abbiamo dedicato un paio d’ore a questo mitico museo: ci potrebbe passare giornate intere. Certo che a questo punto la scelta della scarpe è un fattore importante, abbiamo fatto le scelte giuste perché nessuno di noi aveva una fiacca e le mitiche MBT in questo ambito credo proprio siano imbattibili.

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Il fisco c’era e c’era tutto! Camminando a Parigi con i ragazzi abbiamo fatto delle riflessioni importanti: il vivere in città – non Lugano o Locarno – in metropoli europee è un vero toccasana poter usufruire di un po’ di natura: i parchi cittadini sono splendidi come il parco delle Buttes-Chaumont che era pieno zeppo di scolaresche della capitale alla ricerca di un po’ d verde (impressionanti sono le carpe di dimensioni sovrannaturali nello stagno). Per un attimo, seppur breve, si poteva avere la sensazione di camminare in montagna! Quanto siamo fortunati noi a vivere immersi nella natura e sapere che il latte viene dalle mucche e non dai supermercati.
Partivamo di solito attorno alle 9 dall’ostello per la gioventù e rientravamo attorno a mezzanotte. Il pomeriggio di solito passava molto in fretta e ancora più in fretta passava la sera. Volevamo vedere alcuni dei simboli cittadini anche nella versione notturna, per cui un giro nella zona di Pigalle (col mitico Moulin Rouge) per poi passare nelle strette viuzze di Montmartre e ammirare la Ville Lumière, il Trocadero situato ai piedi della mitica Tour Eiffel col suo gioco di luci, lascia ricordi indelebili nella nostra mente. Ma tutto questo implicava ancora camminare e camminare… Al rientro in ostello eravamo talmente stanchi che in pochi minuti nella nostra stanza calava il silenzio e tutti dormivano profondamente.

Certo è che durante gli ultimi due giorni (su quattro) trascorsi a Parigi facevamo a gara per trovare le vie più comode per raggiungere i luoghi che volevamo visitare: le scale mobili ad esempio erano all’ordine dell’ora! Parigi, una città splendida che vale la visita…

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