L’altro giorno il mio collega di lavoro mi racconta di aver fatto una bella passeggiata nella zona di Ronco s/Ascona, ma aver toccato solo asfalto. La zona l’avevo già percorsa più volte, ma volevo ritornarci per vedere se non fosse possibile limitare le parti sull’asfalto. Quindi approfittando di una bella giornata invernale insieme a Silvia ci siamo incamminati partendo dalla Chiesa di Ronco S/Ascona.
La gita in dettaglioTempo di percorrenza: circa 2 ore 15 min
Lunghezza: 6.6 km
Dislivelli: 340m in salita e discesa
Altitudini: min 325m/max 517m
Difficoltà: T2
Descrizione
Si parte dalla parrocchiale di Ronco S/Ascona lungo la strada in direzione di Arcegno. Vale la pena entrarci in particolare per ammirare gli affreschi rappresentanti i mesi, fra questi si distingue particolarmente bene quello del mese di dicembre che mostra la tradizione mazza. Si oltrepassa il cimitero, dove fra l’altro vi sono le tombe di Paulette Goddard (moglie di Charlie Chaplin) e e del pittore Richard Seewald (autore di alcuni affreschi della parrocchiale). Dopo un trecento metri si prende finalmente il sentiero, chiamato “sentiero dei ruvidi”, che sale leggermente sopra la strada e porta nella frazione al bellissimo parco al Pian de Caregnago (sopra Gruppaldo). Il parco comprende fra l’altro delle invitanti attrezzature degne di un centro fitness e un percorso botanico con cartelli didattici. Da qui si sale attraverso la “Nuova Germania” – così chiamata per via delle varie ville appartenenti a facoltosi tedeschi, fra queste una spettacolare villa dalle sembianze di un antico castello, con tanto di mura e torri che domina sulla collina – per arrivare alla piscina del Colle San Marco.
La piscina e l’adiacente zona di svago (ci sono tavoli con panchine e postazioni attrezzate per grigliate) godono di una vista panoramica spettacolare sul Lago Maggiore. Si continua con un breve sali-scendi, dapprima seguendo il sentiero verso la “Corona dei Pinci” e poi scendendo verso Arcegno. Questo è l’unico tratto di sentiero all’ombra, in un periodo umido bisogna fare attenzione all’eventuale presenza di ghiaccio. Dopo la ripida discesa arriviamo a un altro bivio e ci seguiamo il sentiero che porta verso Ascona raggiungendo la strada nei pressi dello stagno. Le rane ancora non si sono mosse, ma sicuramente fra qualche settimana qui sarà pieno di uova. Per fortuna la strada è stata rinnovata con i comodi passaggi sotterranei per questi anfibi. Oltrepassato lo stagno saliamo verso il Baladrüm (variante a sinistra), per fortuna la salita non è lunga, e la vista sul locarnese, dalle Terre di Pedemonte al lago, che si apre da questo promontorio è fantastica. Il posto in sé è magico, si dice che sia un luogo di forza e che ci fosse un castello, infatti sulla cartina è chiamato anche “castelliere preistorico“. Il nome singolare sembra sia di origine celtico: dorso di montagna.
La discesa segue il versante opposto della salita, per i primi trecento metri si prosegue in direzione di Ascona, per poi finalmente ritornare sulla via per Ronco. Nei pressi del capanno ex-azienda forestale si prende il comodo “sentiero romano” che ci riporta poco sotto Gruppaldo. Una breve discesa e ci portiamo su “Via Gottardo Madonna” nei pressi dell’albergo Beato Berno. Da qui – come nella parte iniziale – percorriamo la strada asfaltata per ritornare a Ronco s/Ascona. Passeggiando lungo la strada abbiamo l’occasione di ammirare le case, i giardini e soprattutto le numerose piante esotiche e non che godono del microclima favorevole dato dal lago come alle Isole di Brissago.
Alla fine siamo riusciti a fare un bel giro limitando l’asfalto a poco meno di 3 chilometri e ammirando castelli moderni e antichi sotto il sole e la luce dell’inverno.