L’acquedotto di Vacarisc

Mercoledì 25 Luglio 2012

Qualcuno stamattina ha dato forfait prima ancora che l’escursione iniziasse: peccato! La giornata si è presentata dal miglior lato… da c-a-r-t-o-l-i-n-a !!!

Al ritrovo di Fusio qualcuno mancava… ma subito dopo le prime presentazioni della gita anche il ritardatario è arrivato, e ci ha poco dopo preceduto visto che in salita aveva una marcia in più. In pochi passi lasciamo alle spalle l’abitato di Fusio e ci inoltriamo nel bosco buio e fresco per salire verso Vacarisc di fuori e poi prendere il sentiero didattico “sull’alpe con noi” passando dal Corte da l’Ovi. Che fortuna: salire verso il lago Mognola al fresco…

Arrivati al corte Mognola qualcuno già esclama: “ma come, non siamo ancora al laghetto?”. Questa frase mi riporta indietro ai tempi del liceo 🙂 questa escursione l’ho fatta allora e mi ha dato la carica necessaria per avventurarmi su tanti altri sentieri di montagna (carica ancora viva oggi!). Il pianoro del corte ci riserva una piccola sorpresa con la “cascina della memoria” che vuole essere un piccolo museo dell’alpe! Nei pressi della cascina l’ATTEgruppo si è messo in posa per una foto orizzontale: “no no verticale dev’essere”… ancora non ho capito perché… l’importante è che lo sanno loro!

Si prosegue con una ripida salita, questa si che va nelle gambe, sarà perché si credeva di essere arrivati. Un elicottero rompe il silenzio, scopriamo dopo che porta alcune persone (i fratelli Foresti e l’alpigiano) che subito si danno da fare per posare il lattedotto. Lattedotto? Sì, per via delle norme d’igiene in vigore sui vari corti non viene più prodotto il formaggio e la “mascarpa”, la tipica ricotta perché sarebbe troppo oneroso installarvi dei caseifici. Quindi da ogni corte dell’alpe (vi si trovano 45 mucche lattifere e un centinaio di capre) dove viene messa la mungitrice il latte viene trasportato al caseificio che si trova a Vacarisc di fuori (dove termina la strada da Fusio) tramite il lattedotto: un semplice tubo di plastica lungo oltre un chilometro!

Intanto arriviamo al corte del lago e ci piazziamo per la pausa, l’unico bagno è quello dei piedi… e neanche tutti osano! Facciamo conoscenza col simpatico guardiano della capre, non è Peter (quello di Heidi) ma un ragazzo di Lecco che ci spiega il funzionamento dell’alpeggio.

“Ragazzi, l’escursione mica è finita” dico al gruppo, si deve salire all’alpe Canaa (2’070m). C’è chi protesta un po’ perché credeva fossero terminate le salite (sul programma era giustamente indicato 920m di dislivello in salita e discesa)… c’è chi rompe il silenzio inviando un bel discorso sulle donne, ma – dico io – meglio continuare a camminare. Eccoci all’acquedotto che dovrebbe portare l’acqua per oltre un chilometro ai vari corti dell’alpe. Purtroppo però dopo 200m circa l’acqua scompare misteriosamente e il canale resta al secco… eppure con tutto quello che ha piovuto!

La discesa si svolge alternando piccole pause a silenziose camminate… e in poco tempo giungiamo all’alpe Vacarisc di fuori dove ci mettiamo a fare shopping: il formaggio Vallemaggia e la fresca ricotta sono i prodotti più richiesti (grazie anche ai prezzi molti onesti). Dopo la pausa con una bella chiacchierata con i caseari ci accingiamo a scendere sulla strada per fare una breve visita alla segheria, al mulino e alla pesta di Fusio (di recente restaurati) per arrivare puntuali al posteggio.

Non capisco, ma ho l’impressione che i miei ATTEscursionisti sono persone molto impegnate! Nessuno intende fermarsi al ristorante per concludere con una bibita fresca la giornata… e quindi anch’io approfitto del passaggio e rientro a casa.

Qui trovi pure qualche foto dell’escursione!

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