Iglu da Guiness

Venerdì a domenica 2-4 marzo 2012

Abbiamo partecipato al tentativo di iscrizione al record del mondo di costruzione di iglù all’Engstligenalp (Adelboden). Un’esperienza magnifica e indimenticabile, anche se il Guiness era ben lontano con solo una sessantina di iglu!

L’amico e compagno di avventure Marco commenta qui la nostra impresa:

Sogni realizzabili
Ci sono dei sogni che a volte si avverano prima del solito. Anche perché per essere realizzati richiedono solo volontà e determinazione. Quando una mattina di fine ottobre, lessi in una email di Quattropassi che si poteva partecipare alla costruzione di un igloo, nel cuore delle Alpi bernesi, non ci credevo. Roger mi aveva letto nel pensiero. Mi aveva esteso l’invito da subito. Ero tra i primi invitati che potevano partecipare a questo evento.

Come in una cartolina
Detto fatto. Il 10 di novembre ho pagato la quota; domenica mattina 04 marzo, mi sono risvegliato in un igloo. In un posto incantevole nel canton Berna, ma dal nome impronunciabile: Englistligenalp. Sopra Adelboden; una sorta di altipiano circondato da montagne maestose e innevate. Tutto rigorosamente bianco. Tutto rigorosamente alpino. Come in una cartolina.

Dal Ticino all’Oberland Bernese
Il giorno prima, sabato 3 marzo, la giornata era iniziata presto nel dormitorio dell’Englistligenalp. Una buona ventina di iscritti, come noi, erano arrivati già il venerdi sera. Infatti dal Canton Ticino – con i mezzi di trasporto pubblici: treno, trenino, auto postale e funivia – abbiamo impiegato più di sei ore per arrivare in questo paradiso ! Ma n’è valsa la pena.

Nove ore con rifiniture e… interviste
Se, come recita la canzone, per fare un albero ci vuole un seme, per fare un igloo ci vogliono almeno otto ore, pause comprese. Almeno per inesperti come noi. Chiedete a Roger ed Efrem come si sentivano al termine della giornata. Ma ce l’abbiamo fatta lo stesso. Il primo residence bianco a forma di palla (vedi foto) per tre persone alla fine era lì tutto da vedere. Pronto per la notte. Presenti durante la giornata, oltre ai curiosi anche giornalisti svizzero tedeschi. Che ci hanno chiesto a più riprese da dove venivamo, come ci chiamavamo e cosa ci aveva spinto a venire lassù. Presente anche una troupe televisiva della SF per l’emissione “10 vor 10”.

Esperienza primordiale
Alla sera eravamo veramente provati, sudati come animali da soma ma molto soddisfatti. Ci sentivamo più eschimesi che mai. La sensazione era quella di aver rivissuto un’esperienza primordiale: quella di costruire una “casa” a partire da elementi naturali. Una sensazione vera, simile a quella, credo, di un pescatore o di un cacciatore che riesce a sopravvivere grazie alla sua abilità tecnica.

Ho avuto la fortuna di stare dentro nell’igloo durante la seconda parte della sua costruzione. Quando le pareti cominciano a innalzarsi e incurvarsi per poi chiudersi sopra la tua testa. Affascinante. Sei dentro in una cupola bianca, isolato per un momento dal mondo. Ambiente insonorizzato. Parli con gli altri ma loro non ti sentono molto bene. Sei quasi alla fine. Adesso bisogna costruire il cunicolo che comunica con l’esterno.

Dopo la cena nel ristorante, che ci preparava anche la prima colazione, foto di gruppo all’aperto, vin brûlé e fiaccole ad illuminare i sessanta iglu sessanta che durante il giorno erano cresciuti come funghi di ghiaccio. Disposti attorno all’igloo bar, come un accampamento di indiani Navajo. Un centinaio i partecipanti che hanno dato prova delle loro abilità tecniche. Anche loro, come noi hanno sudato. Perché costruire con la neve non è scontato.

Un mese prima dell’evento
Uno pensa che costruire un igloo sia una cosa da niente. Invece, si sbaglia. Scelta del luogo giusto, e della neve giusta, costruzione e trasporto dei “mattoni” di neve, dopo averli segati con lunghi coltelli ed estratti dalla neve compatta. Chi non è abituato a lavorare di braccia, alla sera sentirà gli arti superiori e la schiena “tirare” un po’ di più del solito.

Mi piace ricordare che un mese prima, in valle Bedretto, avevamo provato a costruire un igloo. Nel primo tentativo, però non siamo arrivati “a tetto”. Qualcosa non aveva funzionato per il verso giusto: forse la neve non ottimale, forse la costruzione iniziata solo nel pomeriggio. Troppo tardi. Inoltre la neve portata da nord cominciava a imbiancare le nostre teste. Alle dieci di sera decidemmo di abbandonare l’impresa. Ci sarebbe costata molto stress.

Marco Mastelli

Qui trovi le mie foto dell’avventura!
Lo sponsor principale Transa ha una pagina dedicata (in tedesco) con delle foto di cui una con Marco e Anita e un’altra con Efrem.
Occhio pure alla trasmissione “10 vor 10” (TV Svizzero tedesca SF1) di lunedì 12 marzo!

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