Il sogno di Reno

Mercoledì 10 Luglio 2013

Al mattino guardo fuori dalla finestra… che grigiore… eppure siamo in Luglio, piena estate! Ma dove è restata? Ho pure dormito male, un temporalone ha scosso tutta la valle illuminando a giorno diverse volte la camera da letto… lo zaino è pronto e gli scarponi mi aspettano. Le previsioni meteo danno un tempo asciutto con ampie schiarite verso il pomeriggio… prevedo un caldo afoso! Nonostante ciò a qualcuno sorge il dubbio se si parte veramente o no e il telefono si scalda già al mattino presto…

Arrivato a Magadino incontro qua e là i primi partecipanti alla gita, chi posteggia lontano e chi arriva col battello da Locarno, stupendo inizio gita 🙂 Saliamo sull’autopostale che in poco più di un’ora, dopo un lungo giro sui monti del Gambarogno ci porta finalmente a Indemini dove, dopo essere stati accolti da Fausto, incontriamo chi ha preferito l’utilizzo della propria auto.

Iniziamo con un buon caffé sulla terrazza del ristorante Indeminese. Reno mi prende subito in disparte e mi racconta che anni fa aveva visto un reportage alla TV che parlava di un frontaliere di Monteviasco che impiegava tre ore per tragitto per recarsi al lavoro a Lugano.  Dopo aver visto il villaggio in TV si è promesso di andarci una volta… oggi avrebbe quindi realizzato questo suo sogno 🙂

Dopo il saluto iniziale ho illustrato il programma a tutti e mi è toccato pure preparare psicologicamente alcuni partecipanti che non si sono resi conto dei dislivelli correttamente annunciati nel programma. Finalmente si parte e già dopo i primi passi mi rendo conto che non sarà facile oggi in quanto il suolo è ancora ben bagnato: rocce umide e foglie aumentano la difficoltà e diminuiscono la velocità del gruppo. La lentezza purtroppo ha influito sull’orario del pranzo, invece delle 13.00 abbiamo iniziato alle 13.30, ma soprattutto l’unica funivia a noi comoda è quella delle 14.30… per fortuna i gerenti della trattoria “Il circolo” ci sapevano fare. Con una velocità incredibile dalla cucina uscivano piatti freddi, polenta con cervo, pasta in salse diverse e arrosto al tartufo… e per i più affamati (o golosi come me) un ottimo gelato al latte di capra!!! Già per questo la camminata è valsa la pena.
Purtroppo restava poco tempo per girare lungo la “rizzata” che caratterizza il paese, la pregevole pavimentazione originale in sasso rimasta intatta per 200 anni, così come l’imponente scalinata che sembra contasse originariamente 1442 scalini.

Dopo aver cercato più informazioni sul sentiero che dal Ponte di Piero porta ai mulini, al ponte romano per risalire a Biegno ho rinunciato a questa variante in quanto non credo che sia molto agibile. Quindi siamo saliti a Piero e poi con un sentiero apparentemente interminabile (ma sarà poi il pranzo che per alcuni era particolarmente pesante) abbiamo raggiunto Biegno. Ma forse era così dura perché nel frattempo non c’era più una nuvola, eppure l’aria pesantemente umida ci faceva sudare non sette, ma settanta camicie. All’arrivo della coda del gruppo – alcuni hanno dovuto fermarsi un po’ più spesso a bere – ecco che arriva puntualissimo Fausto con il minibus. Un tragitto di pochi chilometri e già ci ritroviamo tutti sulla terrazza del ristorante dove abbiamo iniziato il giro. Termino raccontando la legenda della nascita di Monteviasco, sotto l’attenta supervisione di Orietta e Fausto i gestori dell’Indeminese.

Sicuramente non sarà stata l’ultima visita a Monteviasco, farei ancora tanti chilometri a piedi per rigustarmi un gelato così buono 😉 Anche Reno dovrà ritornarci, per gustarsi i viottoli e l’ambiente particolare che vi si respira…

Per finire qui trovi alcune foto dell’escursione.

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