Due giorni fra il Gambarogno e il Paglione

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Sabato e Domenica 31 gennaio e 1 febbraio 2009

Ho l’impressione che talvolta uno pensa che tutto fili liscio e invece ecco che la meteo si mette a fare le bizze. Siamo partiti infatti pieni di speranza in quanto le previsioni davano si nuvoloso, ma solo nel pomeriggio e dal sud. Invece dopo pochi metri di salita verso il Monte Gambarogno eccoci immersi nella nebbia. Non riuscivamo a vedere la fine della salita… Sarah – mia figlia che era della partita – infatti non smetteva di lamentarsi  per la gran fatica! Incredibile era il nostro arrivo sulla cresta: siamo riusciti a sbucare fuori dalla nebbia e per un po’ abbiamo goduto il sole e lo spettacolo che la natura ci offriva. Senza troppo indugiare abbiamo attraversato tutta la cresta del Monte Gambarogno, sfruttando in buona parte le tracce che avevamo preparato qualche giorno prima, per arrivare dopo poco al rifugio di Sant’Anna dove ci siamo fermati a fare pranzo al caldo del caminetto. 

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La salita al Paglione invece era meno faticosa – anche perché il tracciato è ben frequentato per cui sembrava un’autostrada – ma come siamo sbucati fuori dal bosco ci siamo ritrovati immersi nella nebbia. Le tracce lasciate dai tanti escursionisti sono scomparse sotto qualche centimetro di neve fresca, risultava praticamente impossibile orientarsi: anche Sarah non capiva più se si procedeva in salita o in discesa… Poco oltre i cartelli segnaletici ho dovuto ricorrere al GPS per prendere la giusta via che ci avrebbe condotti in cima al Covreto. Il panorama non cambiava: tutto era semplicemente bianco! Per fortuna la cima è marcata con un paletto che ci ha permesso di individuarla, poi ci siamo chi più chi meno lanciati nella discesa fino al margine del bosco dove infatti la vista migliorava dopo ogni passo. L’accoglienza di Pietro, Paola e Zio al rifugio Forcora era calorosa al punto tale da farci dimenticare tutta la frustrazione per i panorami mancati… e il motto “qui si mangia, si beve e si dorme” lo abbiamo preso in parola!  

Alla domenica il tempo non era per niente migliore: oltre alla nebbia c’era anche la neve che cadeva con grossi fiocchi. Dopo essermi consultato col gruppetto abbiamo deciso di prendere la via più semplice e diretta per raggiungere Indemini dove ci aspettava l’auto. Abbiamo percorso la mulattiera che portava allla dogana di Biegno (alta Valle Veddasca) percorrendo boschi di betulle, abeti, faggi e castagni che sembravano incantati dal freddo e dalla neve. dopo un paio di ore siamo arrivati sulla strada principale e senza essere disturbati da un’auto l’abbiamo percorsa fino alla nostra meta. Ora sto riflettendo seriamente se non riproporre ancora questa gita tra due settimane, sperando in un panorama spettacolare come quello che ho potuto vivere con Marie-Claire durante le nostre ricognizioni, e naturalmente per gustare ancora l’eccellente cucina della Forcora. Per i più curiosi ci sono anche alcune foto da vedere qui

 

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